Monitoraggi inquinanti indoor
Misure e monitoraggi inquinanti indoor
I monitoraggi di inquinanti indoor comprendono tutte quelle indagini strumentali volte a misurare l’andamento dei principali inquinanti comunemente presenti all’interno degli edifici e potenzialmente pericolosi per la salute.
Monitoraggi Gas Radon
I monitoraggi di gas Radon consentono di misurare l’andamento della concentrazione di Radon all’interno degli edifici.Il Radon (Rn222) è un gas radioattivo che fuoriesce dal terreno e che, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), ha stimato essere la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo. Il Radon è prodotto "decadimento nucleare" del radio che a sua volta deriva dal decadimento dall'uranio contenuto nella crosta terrestre. Il radio e l'uranio sono presenti, in quantità molto variabili, in tutta la crosta terrestre e quindi anche nei materiali da costruzioni che da questa derivano (cementi, tufi, laterizi, pozzolane, graniti, etc.). A differenza dell'uranio e del radio, che sono elementi solidi, il Radon è un gas ed è quindi in grado di muoversi liberamente attraverso il terreno, infiltrarsi attraverso la maggior parte dei materiali da costruzione ed infine di penetrare nelle abitazioni attraverso i locali a contatto con il terreno.
Quando il Radon fuoriesce da terreno e si disperde all’aria aperta non raggiunge quasi mai concentrazioni tali nuocere alla salute invece, quando invece si infiltra all’interno degli edifici può accumularsi e in alcuni casi, raggiungere concentrazioni tali da rappresentare un grave rischio per la salute. (Per approfondimenti: http://www.isprambiente.gov.it)
Essendo incolore, inodore ed insapore il gas Radon non può essere avvertito dai sensi umani e la sua presenza e concentrazione si può rilevare solamente attraverso specifici strumenti di misura
La concentrazione di gas Radon si misura in Becquerel per metro cubo [Bq/m3] che rappresenta il numero di disintegrazioni nucleari che ogni secondo sono emesse in un metro cubo di aria. In pratica, se si ha una concentrazione, ad esempio, di 400 Bq/m3 vuol dire che in un metro cubo di aria ci sono 400 nuclei di radon che si stanno trasformando emettendo radiazioni.
La misura può essere effettuata con due tipologie di sistemi di rilevazione: i rilevatori di tipo attivo e i rilevatori di tipo passivo.
I rilevatori di tipo passivo, denominati dosimetri, restituiscono il valore della concentrazione media di gas Radon sull’intero periodo di misurazione che di solito va da un minimo di alcuni mesi ad un anno.
I rilevatori attivi consentono invece di eseguire misure sul breve periodo (qualche ora o giorno) e di effettuare monitoraggi sull’andamento della concentrazione di Radon in un determinato intervallo di tempo.
Questo secondo metodo di misura risulta particolarmente efficace in quanto, una volta accertata la presenza di gas Radon, ed eseguiti gli opportuni interventi correttivi sarà necessario verificarne gli effetti degli interventi correttivi con una seconda campagna di misure e, nel caso la diminuzione della concentrazione di Radon non sia soddisfacente, procedere con ulteriori interventi relative misure per verificarne l’efficacia. Alla luce del processo sopra descritto risulta quindi evidente che i rilevatori attivi rappresentano, di fatto, l’unico strumento che consente di studiare il problema e risolverlo in tempi accettabili.
Monitoraggi Monossido di Carbonio (CO)
I monitoraggi del Monossido di Carbonio (CO) consentono di misurare l’andamento della concentrazione di tale inquinante all’interno degli edifici. Il Monossido di Carbonio (CO) è un gas inodore, incolore, insapore e altamente tossico. È prodotto dalla combustione incompleta dei materiali contenenti carbonio (combustibili per cucine e per riscaldamento, sigarette, etc.). È uno degli inquinanti degli ambienti chiusi maggiormente diffusi in quanto generato da malfunzionamenti degli impianti di riscaldamento a gas, di fornelli, stufe e camini oppure di una inadeguata ventilazione; viene generato anche dal fumo di sigaretta. Una fonte outdoor è costituita dai gas di scarico dei veicoli e quindi la vicinanza a strade ad elevato traffico veicolare, a garage e parcheggi, può provocare un impatto significativo sulle concentrazioni del gas negli ambienti confinati.L'elevata pericolosità e tossicità di questo gas è dovuta alla sua affinità con l'emoglobina che gli consente di legarsi facilmente a questa ostacolando l’ossigenazione dei tessuti e del cervello. I principali effetti che si manifestano a basse concentrazioni sono senso di affaticamento e dolori al torace per i cardiopatici; a concentrazioni moderate si riscontrano invece problemi di coordinamento, mal di testa, nausea, vertigini, fino ad avere conseguenze fatali nel caso di concentrazioni molto elevate. La concentrazione di Monossido di Carbonio (CO) si misura generalmente in parti per milione [ppm].
Monitoraggi Anidride Carbonica (CO2)
I monitoraggi dell’Anidride Carbonica (CO2) consentono di misurare l’andamento della concentrazione di tale inquinante all’interno degli edifici.Il Diossido di Carbonio o Anidride Carbonica (CO2) è un gas inerte, inodore ed incolore. Tale gas, componente naturale dell’atmosfera terrestre, è prodotto della combustione dei composti organici e del metabolismo respiratorio. L’anidride carbonica è ampiamente utilizzata nelle indagini volte a rilevare la qualità dell’aria e a verificare il corretto funzionamento dei sistemi di ventilazione negli ambienti indoor; questo perché la sua concentrazione (soprattutto in ambienti affollati) risulta direttamente proporzionale alla presenza degli altri gas e vapori emessi dalle persone.
Per quanto riguarda gli effetti sulla salute il suo accumulo in ambienti chiusi determina fenomeni progressivi di malessere che vanno dalla difficoltà di concentrazione, al calo delle prestazioni mentali/fisiche e disturbi respiratori fino alla perdita di conoscenza e morte nel caso di concentrazioni elevate. La concentrazione di Anidride Carbonica (CO2) si misura generalmente in parti per milione [ppm].